In nazioni come l’Italia, dove si sono verificati diversi episodi sismici nel corso della loro storia, si sta valutando l’alternativa di includere nella loro architettura costruzioni antisismiche che servano da rifugio per la vita dei loro abitanti o residenti; Scopri di cosa si tratta leggendo questo post.
Costruzioni antisismiche
Sono strutture progettate per resistere a movimenti tellurici; per avere una forza superiore e prendere in considerazione i dettagli essenziali durante il suo sviluppo al fine di ridurre al minimo la sua vulnerabilità in queste circostanze.
In altre parole, un edificio antisismico ha la capacità di resistere a un terremoto senza crollare, dando abbastanza tempo ai suoi residenti per fuggire senza mettere a rischio la propria vita.
In esso vengono utilizzati materiali come cemento, acciaio e legno; quindi la loro scelta dipenderà dalla disponibilità nella località e dalla conoscenza ed esperienza del professionista incaricato della realizzazione di questo lavoro.
Come si costruisce una struttura antisismica?
In sostanza, questi tipi di edifici sono realizzati armando colonne in primo luogo in ciascuno dei suoi angoli e sul bordo delle aperture; proseguire con una struttura in cemento armato; tutti collegati o concatenati a un livello superiore e inferiore.
La resistenza si ottiene costruendo muri rigidi che non subiscono deformazioni durante il periodo in cui è attivo il terremoto; per cui gli angoli di ogni parete sono collegati con tensori a forma di croce.
In alcuni paesi che soffrono con una certa frequenza di questo problema, è stato realizzato un sistema basato su blocchi isolanti all’interno delle fondazioni costruite in modo che il terreno si muova senza intaccare la struttura dell’edificio.
È un isolante di base che viene attualmente utilizzato per molte costruzioni; un’innovazione che permette di salvaguardare la vita di chi acquisisce questo tipo di struttura.
Tecniche antiche ma ancora valide contro il danno sismico
In Perù, nazione sudamericana, si usa una tecnica chiamata “Quicha”, la cui conoscenza è tramandata di generazione in generazione fin dall’epoca preispanica.
Con questa tecnica migliorano la proporzione di impasto di argilla, sabbia e fibra vegetale per dare origine al fango che utilizzano nella struttura delle loro pareti, raggiungendo uno spessore di 10 cm e la cui resistenza è simile al mattone e anche ad un calcestruzzo di 20 cm di spessore
Esiste anche la tecnica detta del tapial con cui si riempie un cassero formato da strati di terra che vanno dai 10 ai 15 cm; quelli che sono fortemente compattati per fornire solidi.
Questa cassaforma è costituita da due tavole separate ma parallele unite da una traversa; mentre ogni fessura è coperta da un’asta di canna.
Con questo tipo di lastre di casseratura rinforzano le loro pareti, utilizzandole come contrafforti integrati negli angoli o nelle zone intermedie.
Va notato che i costruttori in Perù prendono sul serio questo problema, poiché è una delle nazioni con il maggiore potenziale sismico al mondo in quanto fa parte del noto Pacific Ring of Fire.
Proprio il luogo dove il nostro pianeta rilascia almeno l’85% dell’energia accumulata al suo interno, cosa normale per via dei processi di convezione che si generano nel mantello.
Pertanto, il Perù è testimone dell’intero processo di subduzione delle placche e dei movimenti tettonici che si generano all’interno del continente sudamericano, che lo porta a creare costruzioni antisismiche per garantire la vita e l’incolumità delle loro famiglie e dei beni materiali.
Le sue tecniche servono da esempio da utilizzare in molte altre nazioni che richiedono strutture solide che non crollino nonostante terremoti di grande magnitudo.
Insomma, la realizzazione di costruzioni antisismiche rappresenta un progresso in termini di ingegneria e architettura di qualsiasi Paese, di cui i suoi cittadini possono trarre enormi benefici, senza contare che si evitano perdite economiche milionari.